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Immagine del redattore Velia Ivaldi

La classe energetica di una casa: cos’è, come si calcola e come migliorarla


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L’emergenza ambientale diventa, giorno dopo giorno, sempre più pressante. E nell’ottica di contrastare il cambiamento climatico è necessario che ciascuno svolga la propria parte e che consumi e prestazioni vengano monitorati a tutti i livelli. Non sono infatti solo le grandi aziende e gli impianti di produzione a dover tenere d’occhio la loro sostenibilità ma anche gli edifici residenziali. L’urgenza degli ultimi anni impone infatti che anche le nostre case diventino via via sempre più green limitando il proprio impatto sull’ambiente.

Una cosa che aiuta a monitorare le prestazioni di un edificio è la classificazione energetica. Definire la classe energetica di una casa significa tener sotto controllo i consumi e pianificare gli interventi necessari a ottimizzarli e ridurli. Per non parlare del fatto che, in previsione di una compravendita, la classe energetica può contribuire a definire il valore dell’immobile.


Cos’è la classe energetica di una casa


Pertanto, quando si vuole comprare casa, conoscere la classe energetica degli appartamenti papabili può rappresentare un buon punto di partenza per compiere la scelta finale.

D’altro canto, già dal 2005 è obbligatorio per legge fornire la certificazione energetica di un edificio, con l’obiettivo di indagarne i consumi e individuare le soluzioni migliori per ridurne l’impatto ambientale.

Dell’argomento si parlava già dal 1991, con l’introduzione della legge n.10 sull’attuazione del piano energetico nazionale, che venne poi integrata dal successivo decreto legislativo 192 del 2005 e dal decreto ministeriale 162/2015.

La certificazione energetica stabilisce la classe energetica nella quale l’immobile rientra. Le classi energetiche sono indicate con delle lettere che vanno dalla G (la più bassa) alla A4 (la più alta e dunque la migliore).


La differenza tra le classi energetiche di una casa


Entrando nel merito delle classi energetiche appena accennate, cosa implica il fatto che il proprio appartamento rientri nella classe G oppure nella classe A (o A4)? La risposta risiede principalmente nei consumi.

Più la classe energetica degli immobili è bassa e più quegli immobili consumano. Ad esempio, per contrastare l’eventuale dispersione di calore, durante i mesi più freddi potrebbe essere necessario tenere i riscaldamenti accesi per parecchie ore nel corso della giornata, cosa che farà indubbiamente aumentare anche i costi in bolletta. In un caso del genere le prestazioni energetiche sono, quindi, molto scadenti.

Gli immobili con una classe energetica elevata sono invece più virtuosi: caratterizzati da impianti e materiali più performanti, consumano meno e, di conseguenza, implicano costi molto più bassi. Ne deriva che un appartamento di classe energetica A, in quanto più ecosostenibile, avrà anche un valore di mercato molto più alto e il proprietario che deciderà di metterlo in vendita o di darlo in affitto potrà certamente approfittarne.

Come si calcola la classe energetica di una casa


La classificazione energetica di una casa si basa su un indice di prestazione energetica ricavato valutando parametri come i materiali che compongono l’edificio, la dispersione del calore, le condizioni e la qualità degli infissi e degli impianti, le manutenzioni e ristrutturazioni effettuate, e così via.

Il risultato dell’indagine viene trascritto sull’Attestato di Prestazione Energetica (APE), quello che prima dell’introduzione della legge 90/2013 veniva definito Attestato di Certificazione Energetica (ACE).

Solitamente, per il calcolo viene incaricato un tecnico qualificato, in grado di valutare e quantificare i consumi di un immobile e di redigere l’APE sulla base delle indicazioni emanate dalle normative in materia. Il tecnico deve pertanto esser abilitato a compiere interventi di questo tipo ed essere autorizzato al rilascio delle certificazioni. Il costo della certificazione e del rilascio dell’APE si aggira intorno alle 300-400 euro.

Ricordiamo che, per legge, è obbligatorio il possesso dell’Attestato di Prestazione Energetica di un immobile nel momento in cui questo viene messo in vendita, donato, dato in affitto o nel caso in cui si proceda con un intervento di ristrutturazione che riguardi oltre il 25% della superficie. Nel caso in cui un proprietario che voglia vendere o affittare il proprio appartamento non sia in possesso dell’APE sarà soggetto a sanzioni pecuniarie.


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I fattori che incidono sulla classe energetica di un immobile


Come si evince dai paragrafi precedenti, i principali fattori che incidono sui consumi, e dunque sulla definizione della classe energetica di una casa sono il riscaldamento e la produzione dell’acqua calda per uso sanitario. Consumi che ovviamente, sono molto ridotti nel caso in cui la casa sia efficacemente coibentata e costruita con materiali isolanti. La stessa cosa vale anche per gli impianti che, se troppo vecchi o malandati, possono avere prestazioni energetiche decisamente scadenti, consumare di più e funzionare peggio. Ecco perché è importante, quando si effettuano le manutenzioni periodiche di una casa, verificare anche lo stato di tutti gli impianti e, in particolar modo, di elettrodomestici come la caldaia.

· Per una casa ancora più amica dell’ambiente leggi anche: Vita sostenibile, 10 consigli per una casa più verde

Quali interventi fare per migliorare la classe energetica della propria casa


Non è detto che un immobile di classe energetica G non sia destinato a migliorare le proprie prestazioni. Con i dovuti accorgimenti, la classe energetica può infatti essere aumentata. Qui di seguito tiriamo le somme di ciò che abbiamo scritto finora ed elenchiamo tutta una serie di possibili interventi da eseguire per ridurre i consumi della propria casa.

· Innanzitutto, occorre pensare all’isolamento dell’edificio: predisporre la posa del cappotto termico permetterà di isolare meglio gli ambienti interni sia dal freddo dei mesi invernali che dal caldo eccessivo dei mesi estivi, consentendo un uso più ridotto sia degli impianti di riscaldamento che dei condizionatori.

· Vanno sostituiti gli impianti, in primis quelli per il riscaldamento e la produzione di acqua calda, con impianti più moderni e innovativi dal punto di vista tecnologico, in grado di tenere a bada i consumi e gli sprechi.

· Se possibile, è bene prediligere sistemi che accumulino energia sfruttando fonti rinnovabili, come i pannelli fotovoltaici, ottimi sia per la produzione di corrente elettrica che dell’acqua calda.

· Per evitare la dispersione di calore e migliorare il clima all’interno di una casa è fondamentale che gli infissi e i serramenti siano isolanti e di ottima qualità. Nelle zone particolarmente fredde è utile installare infissi con doppi o tripli vetri.

· È bene sostituire la caldaia con un modello a condensazione.

· In generale, occorre sostituire i vecchi elettrodomestici con modelli nuovi e dotati di una classe energetica superiore, che indica, come nel caso degli edifici, prestazioni migliori e consumi ridotti.


Infine, ricordiamo che per molti degli interventi citati è possibile richiedere le agevolazioni e gli incentivi previsti ogni anno dal Governo.


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