Vivere da solo: quando sei davvero pronto?
- camillazorzella
- 27 giu
- Tempo di lettura: 3 min

Arriva un momento in cui sentiamo il bisogno di avere uno spazio nostro. Non solo per una questione di libertà o comodità, ma per affermare un cambiamento di fase: la voglia di autonomia, di prenderci cura di noi stessi, di costruire una quotidianità a nostra misura.Vivere da soli è un’esperienza concreta, fatta di scelte, abitudini, costi e imprevisti.Non è detto che ci si senta mai davvero “pronti”, ma ci sono delle cose che è utile sapere prima di fare questo passo. E soprattutto ci sono segnali che indicano se siamo nella condizione giusta per affrontarlo in modo consapevole.
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La libertà ha un prezzo (e non solo economico)
Uno dei primi grandi miti da sfatare è che vivere da soli significhi essere finalmente liberi.
Lo è, certo, ma non nel senso che ci si immagina. La libertà vera arriva quando impariamo a gestirci.Non c’è più nessuno che cucina per noi, che ci ricorda le scadenze, che passa l’aspirapolvere mentre siamo fuori. Ogni piccola cosa, dal lavare i piatti al gestire un guasto elettrico, diventa una nostra responsabilità.E se questa idea non spaventa ma stimola, è un buon segnale.
Dal punto di vista pratico, vivere da soli significa affrontare un costo mensile costante.
Affitto, utenze, spesa, trasporti, manutenzione della casa, piccoli imprevisti. Il rischio più comune è quello di sottovalutare queste voci e ritrovarsi stretti o in difficoltà.
Prima di fare il passo, è importante avere un’idea realistica del proprio budget e provare a gestirlo per almeno un paio di mesi come se si fosse già soli, anche se si vive ancora con qualcun altro. È un test utile, e a volte sorprendente.
Competenze quotidiane: non basta saper sopravvivere
Ci sono poi tutta una serie di capacità che diventano fondamentali. Non serve essere un esperto di idraulica o un cuoco stellato, ma bisogna sapersi arrangiare. Saper cucinare almeno qualche piatto semplice, gestire una lavatrice, pulire regolarmente casa, prenotare una visita medica, capire come si fa una voltura o leggere una bolletta: sono cose che spesso diamo per scontate finché non siamo noi a doverle fare.Chi riesce a gestire queste attività senza troppa ansia è più pronto di quanto crede. Chi invece si sente completamente disarmato... non è un problema: basta iniziare ad allenarsi.
Anche l’organizzazione personale cambia. Quando si vive da soli, il tempo diventa una risorsa da strutturare. Avere una routine, anche minima, aiuta a mantenere ordine mentale e fisico. Le giornate scorrono meglio se ci si impone piccoli impegni quotidiani, anche domestici: tenere la casa in ordine, mangiare in modo sano, dormire a orari sensati. Nessuno ti obbliga a farlo, ma proprio per questo diventa un modo per dimostrare che sei in grado di prenderti cura di te stesso.

Oltre il pratico: la gestione emotiva
C’è anche un aspetto meno visibile, ma altrettanto importante: quello emotivo. Vivere da soli significa anche passare del tempo con se stessi, e non sempre è facile.All’inizio può esserci entusiasmo, ma col tempo può arrivare una certa sensazione di vuoto o di solitudine. Non è detto che succeda, ma bisogna mettere in conto anche questo.
La capacità di stare bene da soli, di riempire i silenzi senza fuggire da essi, è un grande indicatore di maturità. Chi ha una rete di affetti, passioni personali e una buona relazione con sé stesso vivrà questa fase in modo molto più sereno.
Non solo una scelta logistica, ma un atto di crescita
Decidere di andare a vivere da soli è molto più che scegliere un appartamento. Vuol dire decidere come vogliamo vivere, in che modo prenderci spazio, cosa siamo disposti a fare ogni giorno per stare bene davvero.Non è sempre semplice, non è sempre comodo, ma è incredibilmente formativo.E se anche non ti senti ancora del tutto pronto, ma hai voglia di lavorarci, imparare e pianificare, sei già molto più vicino al momento giusto di quanto pensi.

Non esiste un’età giusta per vivere da soli, né una condizione perfetta. Esiste però un livello di consapevolezza che può fare la differenza tra un’esperienza faticosa e una esperienza che ti cambia la vita in meglio.
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